programmare i suoni per i ilve
Racconti di vita vissuta, discussioni generali sulla nostra musica
programmare i suoni per i ilve
by Albatros » Sun Nov 02, 2008 11:40 pm
Salve a tutti, è da tempo che ho l'idea di aprire un post sulle problematiche relative alla programmazione quando si suona dal vivo con un gruppo. In realtà il mio vuol essere più un modo per condividere e confrontare opinioni e soluzioni adottate, in base alle esperienze personali.
Dunque, credo che prima di tutto sia importante, rendersi conto che si è parte integrante di un insieme e ciò implica imparare ad ascoltare le parti degli altri e in alcuni casi memorizzarle; questo perchè può capitare che il tastierista, avendo un funzione polivalente nel contesto musicale, sia a volte parte melodica, a volte armonica, a volte ritmica e di conseguenza potrebbe sentire l'esigenza di isolare con il proprio orecchio o la batteria, o la chitarra, o la voce, raramente il basso (certo poi dipende dal genere musicale, ma qui ci limitiamo ad una discussione di più ampio raggio). Ne deriva che ogni volta il suono che si programma ha una resa diversa a seconda della parte musicale da eseugire.
Premesso questo credo che sia doveroso per un tastierista l'essere cosciente a livello uditivo delle frequenze che dovrà occupare per poter riempire il sound del gruppo. é come un panino, la mortadella (o la bologna come si dice a Nord) in genere la mettiamo fra le due fette di pane e non sopra le due fette di pane. Il tastierista quindi deve acquisire la capacità di riconoscere le frequenze adatte, ancor prima di essere nel gruppo. In genere il tastierista viaggia su frequenze medio alte, indipendentemente dal timbro o suono scelto.....se decidessi di usare un basso elettrico nel mio suono, cmq lo farei utilizzando frequenze medie.
Un 'altra caratteristica a cui tengo molto nella programmazione live è la veridicità timbrica in contrasto con la particolarità e definizione timbrica: dal mio punto di vista è più funzionale un suono semplice ma concreto, piuttosto che un suono definito nei particolari ma con un scarsa resa e impatto live. Questo perchè come ho scritto sopra, il tastierista in live viaggia su determinate frequenze entro il quale deve esprimersi completamente....se usiamo troppi dettagli, rischiamo di creare suoni completi ma del quale poi percepiremo solo metà.
La dinamicain live deve essere massimmizzata (dove è richiesto)...rende sicuramente un timbro più vero e versatile, in genere in live si potrebbe avere una risposta diversa della dinamica,....è opportuno controllare questa caratteristica. Il fine ultimo dovrebbe essere quello di comunicare la sensazione di suonare qualcosa di vero che viene direttamente dalle nostre dita....un suono privo di dinamica è dal mio punto di vista povero (sempre parlando in generale).
Inoltre è importante affidarsi ai sensi per tirare giù qualcosa di bello, qualcosa che ci soddisfi a pieno e che possa trovare piacere anche negli altri.
questa breve introduzione, vuole essere uno spunto per chi è interessato all'argomento.....sarebbe bello approfondire poi il discorso, per ogni tipologia di suono
Dunque, credo che prima di tutto sia importante, rendersi conto che si è parte integrante di un insieme e ciò implica imparare ad ascoltare le parti degli altri e in alcuni casi memorizzarle; questo perchè può capitare che il tastierista, avendo un funzione polivalente nel contesto musicale, sia a volte parte melodica, a volte armonica, a volte ritmica e di conseguenza potrebbe sentire l'esigenza di isolare con il proprio orecchio o la batteria, o la chitarra, o la voce, raramente il basso (certo poi dipende dal genere musicale, ma qui ci limitiamo ad una discussione di più ampio raggio). Ne deriva che ogni volta il suono che si programma ha una resa diversa a seconda della parte musicale da eseugire.
Premesso questo credo che sia doveroso per un tastierista l'essere cosciente a livello uditivo delle frequenze che dovrà occupare per poter riempire il sound del gruppo. é come un panino, la mortadella (o la bologna come si dice a Nord) in genere la mettiamo fra le due fette di pane e non sopra le due fette di pane. Il tastierista quindi deve acquisire la capacità di riconoscere le frequenze adatte, ancor prima di essere nel gruppo. In genere il tastierista viaggia su frequenze medio alte, indipendentemente dal timbro o suono scelto.....se decidessi di usare un basso elettrico nel mio suono, cmq lo farei utilizzando frequenze medie.
Un 'altra caratteristica a cui tengo molto nella programmazione live è la veridicità timbrica in contrasto con la particolarità e definizione timbrica: dal mio punto di vista è più funzionale un suono semplice ma concreto, piuttosto che un suono definito nei particolari ma con un scarsa resa e impatto live. Questo perchè come ho scritto sopra, il tastierista in live viaggia su determinate frequenze entro il quale deve esprimersi completamente....se usiamo troppi dettagli, rischiamo di creare suoni completi ma del quale poi percepiremo solo metà.
La dinamicain live deve essere massimmizzata (dove è richiesto)...rende sicuramente un timbro più vero e versatile, in genere in live si potrebbe avere una risposta diversa della dinamica,....è opportuno controllare questa caratteristica. Il fine ultimo dovrebbe essere quello di comunicare la sensazione di suonare qualcosa di vero che viene direttamente dalle nostre dita....un suono privo di dinamica è dal mio punto di vista povero (sempre parlando in generale).
Inoltre è importante affidarsi ai sensi per tirare giù qualcosa di bello, qualcosa che ci soddisfi a pieno e che possa trovare piacere anche negli altri.
questa breve introduzione, vuole essere uno spunto per chi è interessato all'argomento.....sarebbe bello approfondire poi il discorso, per ogni tipologia di suono
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Re: programmare i suoni per i ilve
by Support Synthonia » Mon Nov 03, 2008 1:42 am
Bellissimo Albatros, continuate qui a parlare di questo argomento, del resto abbiamo intrapreso da qualche giorno delle discussioni sull'approccio alla composizione e all'esecuzione in gruppo.
Io ho un'opinione tutta mia su questo orgomento, penso che il "SUONO" sia una cosa molto molto personale.
Mi spiego meglio.
Tutto quello che ha detto Alberto è certametne condivisibile ed è vero al 100%, ma io penso che ci sia altro oltre a quello che si può inparare e studiare, ed è quello ciò che rende alcuni artisti diversi e riconoscibili.
Per esempio ci sono molti tastieristi che suonano in modo "PRECISO", suoni perfetti tutti inseriti e tagliati al punto giusto.
Poi cene sono altri che sono invece un pò più caotici e sporchi, altri ancora raffinati e estremamente stravaganti.
Basta solo capire, o meglio, basta solo rendersi conto di quello che si è e della direzione che si è presa.
La cosa importante a mio parere è la passione e il lavoro, anche un tastierista "SPORCO" ha alle spalle una preparzione e una padronanza del suo strumento..
Che sia chiaro però, sporco nn vuol dire "SCARSO", vuol dire ROCK
Un esempio?
Be prendete LORD dei DP, nn penso che se il suo volume sia + alto di 4 5 volte quello della chitarra la gente si metta le mani nei capelli, anzi sarebbe comunque piacevole da ascoltare proprio perchè è l'artista che, a certi livelli, viene prima di tutto.
Sicuramente nn ci si impovvisa, si deve preparare tutto in modo maniacale, a maggior ragione se nn si è dei TALENTI
P.s.
Che nn siano solo i tastieristi però a farlo, altrimenti nn serve a niente
Io ho un'opinione tutta mia su questo orgomento, penso che il "SUONO" sia una cosa molto molto personale.
Mi spiego meglio.
Tutto quello che ha detto Alberto è certametne condivisibile ed è vero al 100%, ma io penso che ci sia altro oltre a quello che si può inparare e studiare, ed è quello ciò che rende alcuni artisti diversi e riconoscibili.
Per esempio ci sono molti tastieristi che suonano in modo "PRECISO", suoni perfetti tutti inseriti e tagliati al punto giusto.
Poi cene sono altri che sono invece un pò più caotici e sporchi, altri ancora raffinati e estremamente stravaganti.
Basta solo capire, o meglio, basta solo rendersi conto di quello che si è e della direzione che si è presa.
La cosa importante a mio parere è la passione e il lavoro, anche un tastierista "SPORCO" ha alle spalle una preparzione e una padronanza del suo strumento..
Che sia chiaro però, sporco nn vuol dire "SCARSO", vuol dire ROCK

Un esempio?
Be prendete LORD dei DP, nn penso che se il suo volume sia + alto di 4 5 volte quello della chitarra la gente si metta le mani nei capelli, anzi sarebbe comunque piacevole da ascoltare proprio perchè è l'artista che, a certi livelli, viene prima di tutto.

Sicuramente nn ci si impovvisa, si deve preparare tutto in modo maniacale, a maggior ragione se nn si è dei TALENTI

P.s.
Che nn siano solo i tastieristi però a farlo, altrimenti nn serve a niente

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Re: programmare i suoni per i ilve
by gattobus » Mon Nov 03, 2008 11:17 am
Bello questo thread.
Ma perchè tutte queste "seghe mentali" non se le fanno anche i chitarristi?!?!
Loro fanno casino e basta, con le loro chitarre distorte...
...e noi qui da bischeri a pensare alle frequenze giuste...
bah...

Ma perchè tutte queste "seghe mentali" non se le fanno anche i chitarristi?!?!
Loro fanno casino e basta, con le loro chitarre distorte...
...e noi qui da bischeri a pensare alle frequenze giuste...
bah...

Re: programmare i suoni per i ilve
by gilles » Mon Nov 03, 2008 12:42 pm
gattobus wrote:Bello questo thread.
Ma perchè tutte queste "seghe mentali" non se le fanno anche i chitarristi?!?!
Loro fanno casino e basta, con le loro chitarre distorte...
...e noi qui da bischeri a pensare alle frequenze giuste...
bah...
eh...fortunatamente son stato sempre abituato a chitarristi che son maniaci della perfezione sonora...di frequenze..e di suonare a livelli "normali" ehehe
per ilr esto....risponderò più avanti:D
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Re: programmare i suoni per i ilve
by Niki » Mon Nov 03, 2008 12:50 pm
Bravo Alberto, interessantissimo Thread! Molto educativo. Io non mi esprimo perchè sinceramente non saprei cosa dire...
ho solo da imparare 


Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni. (w.s.)
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Re: programmare i suoni per i ilve
by DKS Synth Lab » Mon Nov 03, 2008 1:46 pm
devo dire che nella mia breve esperienza live con il gruppo che ora per problemi vari si è sciolto, ne sto mettendo su un altro con il bassista, prog questa volta, il problema non siamo tanto noi perchè quello che ho sempre fatto fare è questo: regolo i suoni con il fonico, però il mio volume è a metà sul mio mixer e a metà sulle tastiere in modo da avere comunque una "corsa" nel quale gestire io l'audio finale...il problema si pone spesso quando si usa un lead che ha un master altissimo e subito dopo magari un suono di pianoforte...allora il piano sembra essere quasi a 0 come volume e in questo modo si può gestire il tutto...
il nostro problema è dato anche dal chitarrista spesso, è brutto da dire ma quasi sempre è colpa loro, perchè i ragazzi prendono in mano la chitarra con l'idea "bene sono il chitarrista, comando io, il volume + alto è il mio perchè sono il + bravo e quello che conta di + nel gruppo" ed è una mentalità sbagliata, molto sbagliata
è vero che noi tastieristi ci danniamo per avere un audio il più preciso possibile, sarà anche dato dal fatto che dobbiamo farci l'orecchio sui pezzi anche per impararli dato che 90 volte su 100 non esistono spartiti decenti e ci resta solo una cosa da fare che è andare ad orecchio...i chitarristi ma anche i bassisti hanno spesso la pappa pronta con le loro tab e sono a posto, guitar pro lo odio proprio perchè per le tastiere non si capisce nulla assolutamente, essendo un programma per chitarre e bassi,
in ogni caso se solo i chitarristi, la maggior parte intendo e per certi versi invidio gilles, sapessero regolare il loro master senza voler prevalere per forza su tutti...tanto non capiscono che fanno talmente tanto casino che anche al minimo sarebbero sempre troppo alti!
il nostro problema è dato anche dal chitarrista spesso, è brutto da dire ma quasi sempre è colpa loro, perchè i ragazzi prendono in mano la chitarra con l'idea "bene sono il chitarrista, comando io, il volume + alto è il mio perchè sono il + bravo e quello che conta di + nel gruppo" ed è una mentalità sbagliata, molto sbagliata

è vero che noi tastieristi ci danniamo per avere un audio il più preciso possibile, sarà anche dato dal fatto che dobbiamo farci l'orecchio sui pezzi anche per impararli dato che 90 volte su 100 non esistono spartiti decenti e ci resta solo una cosa da fare che è andare ad orecchio...i chitarristi ma anche i bassisti hanno spesso la pappa pronta con le loro tab e sono a posto, guitar pro lo odio proprio perchè per le tastiere non si capisce nulla assolutamente, essendo un programma per chitarre e bassi,

in ogni caso se solo i chitarristi, la maggior parte intendo e per certi versi invidio gilles, sapessero regolare il loro master senza voler prevalere per forza su tutti...tanto non capiscono che fanno talmente tanto casino che anche al minimo sarebbero sempre troppo alti!

Roland Fantom G6 (ARX-02 Electric Piano - ARX-03 Brass) - Korg Triton Studio 61 (EXB-04) - Casio PX-5S - Studiologic VMK 176 Plus - Yamaha U3 Upright Piano - M-Audio Axiom 25 MKII
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Re: programmare i suoni per i ilve
by Albatros » Mon Nov 03, 2008 2:21 pm
bene allora continuo.
Dal mio punto di vista, è molto semplice poter emettere un suono su una tastiera e usarlo in gruppo, ma questo non significa che abbiamo lavorato bene. E' molto importante capire questo punto: la facilità di utlizzo e l'immediatezza e allo stesso tempo la difficoltà di rendere un suono. Esempio: devo utilizzare un piano. Posso scegliere se usare un preset di fabbrica (facilità di utilizzo) o lavorarci su per ottenere un suono migliore (difficoltà di programmazione). é un discorso di massimizzazione o ottimizzazione delle nostre capacità e della nostra tastiera. Questo dipende molto dalla nostra capacità di critica durante l'ascolto in sede live. Tornando all'esempio di sopra :Stiamo ascoltando un suono di piano o un suono che ci piace? Stiamo ascoltando il nostro piano o un qualcosa che arriva ad un compromesso? è importante sentirsi travolti (anche suonando in sottofondo) dal suono che utilizziamo e questo accade quando il suono è ben programmato in funzione del gruppo. Vediamo in che modo.
Questa premessa sull'ascolto e l'autocritica in genere è fondamentale per i seguenti motivi:
abbiamo tastiere diverse
si suona in gruppi diversi
i suoni degli altri sono sempre diversi.
Si suona in posti diversi..
ecc..
questa diffusa diversità provoca il principio darwiniano dell'adattamento....Adattarsi è la parola chiave del tastierista e non è da confondere con accontentarsi
Detto questo il nostro punto di partenza è il disagio: non ci piace il suono di piano.
Cosa fare?
Non c'è una soluzione unica, ma ogni volta può cambiare a seconda delle nostre situazioni.
Possiamo cambiare strumento, possiamo editare, possiamo prendere un piano vero, possiamo sostituire il suono con qualche altro.Quello che è importante però è ascoltare e capire cosa non ci piace.
Prima di approfondire il discorso è importante fare una distinzione.
I suoni su una Ws generica a mio avviso possono essere divisi in tre grandi gruppi:
suoni che imitano strumenti meccanici e elettromeccanici
suoni elettronici
suoni sperimentali
Nei primi rientrano tutti gli strumenti tradizionali: archi, pianoforti, fiati, organi, ecc,,,,
Nei secondi quelli derivanti da segnali elettrici quindi sintetizzatori analogici o VA..
I suoni sperimentali sono quellli causati dall'incrocio dei primi con i secondi e dall'utilizzo di effetti. Non rientrano nelle prime due categorie.
Nel primo caso i suoni hanno l'intenzione di riprodurre le sonorità dei relativi strumenti meccanici. il nostro punto di partenza sarà proprio l'insieme di questi strumenti.
Un pianoforte acustico funziona attraverso la percussione di martelletti sulle corde. I martelletti (con il doppio scappamento) si muovono per mezzo dei tasti.
La vibrazione anche di una corda, nella cassa di risonanza del pianoforte provoca la vibrazione anche delle altre corde e a sua volta degli armonici.
Se abbassiamo il pedale, gli smorzatori si alzano, rendendo libere le corde. ogni movimento può sollecitare le corde, provacando tanti infiniti armonici.
Su un piano digitale questi particolari effetti non li abbiamo. Ogni tasto può essere campionato, ma non avremo le reazione di altre corde, e quindi non avremo quei tanti armonici che colorano il timbro di un piano.
Tutto questo serve a farci capire come la conoscenza di base di uno strumento meccanico possa esserci utile alla nostra critica e quindi alla programmazione di un suono vero.
Senza gli armonici, un pianoforte digitale sarà sempre finto. In alcuni casi (vedi korg) hanno campionato la risonanza delle corde, aggiungendo un layer nella programmazione, ma siamo ben lontani dalla realizzazione di uno strumento digitale che imiti per bene un pianoacustico.
Tuttavia riusciamo a distinguere i suoni al 90 percento dall'attacco. Se prendete un suono di oboe e provate a tagliare l'attacco, chiudendo gli occhi potrete immaginare tanti altri strumenti.
Quindi tornando al problema iniziale, in fase di programmazione per un pianoforte, è necessario curare l'attacco. Avete mai ascoltato l'attacco di un piano acustico? oltre alla vibrazione della corda, si avvertono altri suoni, o rumori...il tasto che affonda...quel particolare suono percussivo senza del quale uno strumento digitale suonerebbe troppo morbido per essere una pianoforte. Addirittura in un Honkey Thonk piano questo suono percussivo è ancora più evidente.
Quindi, curare l'attacco è fondamentale anche se in genere questo è più un problema di campionatura.
Ma ad esempio, se il nostro pianoforte è troppo secco, per imitare la risonanza possiamo intervenire sul riverbero.
Altro punto interessante del pianoforte è l'equilibrio fra i suoni. Così come il temperamento equabile regola i rapporti di accordatura, è importante regolare le frequenze delle varie sezioni di un pianoforte in modo che risultino soddisfacenti. Ad esempio, se creiamo una patch con 3 split, ognuno con lo stesso piano, possiamo assegnare ad ognuno di loro un equalizzatore diverso, creando l'equilibrio desiderato. Più split e più effetti abbiamo, più è possibile personalizzare il nostro pianoforte. L'ideale sarebbe avere 88 split, con 88 equalizzatori.
Questo ci permettere di incanalare i suoni gravi del pianoforte in frequenze più alte, in modo che arrivino completi alle nostre orecchie anche durante le esecuzioni live.
Dal mio punto di vista, è molto semplice poter emettere un suono su una tastiera e usarlo in gruppo, ma questo non significa che abbiamo lavorato bene. E' molto importante capire questo punto: la facilità di utlizzo e l'immediatezza e allo stesso tempo la difficoltà di rendere un suono. Esempio: devo utilizzare un piano. Posso scegliere se usare un preset di fabbrica (facilità di utilizzo) o lavorarci su per ottenere un suono migliore (difficoltà di programmazione). é un discorso di massimizzazione o ottimizzazione delle nostre capacità e della nostra tastiera. Questo dipende molto dalla nostra capacità di critica durante l'ascolto in sede live. Tornando all'esempio di sopra :Stiamo ascoltando un suono di piano o un suono che ci piace? Stiamo ascoltando il nostro piano o un qualcosa che arriva ad un compromesso? è importante sentirsi travolti (anche suonando in sottofondo) dal suono che utilizziamo e questo accade quando il suono è ben programmato in funzione del gruppo. Vediamo in che modo.
Questa premessa sull'ascolto e l'autocritica in genere è fondamentale per i seguenti motivi:
abbiamo tastiere diverse
si suona in gruppi diversi
i suoni degli altri sono sempre diversi.
Si suona in posti diversi..
ecc..
questa diffusa diversità provoca il principio darwiniano dell'adattamento....Adattarsi è la parola chiave del tastierista e non è da confondere con accontentarsi
Detto questo il nostro punto di partenza è il disagio: non ci piace il suono di piano.
Cosa fare?
Non c'è una soluzione unica, ma ogni volta può cambiare a seconda delle nostre situazioni.
Possiamo cambiare strumento, possiamo editare, possiamo prendere un piano vero, possiamo sostituire il suono con qualche altro.Quello che è importante però è ascoltare e capire cosa non ci piace.
Prima di approfondire il discorso è importante fare una distinzione.
I suoni su una Ws generica a mio avviso possono essere divisi in tre grandi gruppi:
suoni che imitano strumenti meccanici e elettromeccanici
suoni elettronici
suoni sperimentali
Nei primi rientrano tutti gli strumenti tradizionali: archi, pianoforti, fiati, organi, ecc,,,,
Nei secondi quelli derivanti da segnali elettrici quindi sintetizzatori analogici o VA..
I suoni sperimentali sono quellli causati dall'incrocio dei primi con i secondi e dall'utilizzo di effetti. Non rientrano nelle prime due categorie.
Nel primo caso i suoni hanno l'intenzione di riprodurre le sonorità dei relativi strumenti meccanici. il nostro punto di partenza sarà proprio l'insieme di questi strumenti.
Un pianoforte acustico funziona attraverso la percussione di martelletti sulle corde. I martelletti (con il doppio scappamento) si muovono per mezzo dei tasti.
La vibrazione anche di una corda, nella cassa di risonanza del pianoforte provoca la vibrazione anche delle altre corde e a sua volta degli armonici.
Se abbassiamo il pedale, gli smorzatori si alzano, rendendo libere le corde. ogni movimento può sollecitare le corde, provacando tanti infiniti armonici.
Su un piano digitale questi particolari effetti non li abbiamo. Ogni tasto può essere campionato, ma non avremo le reazione di altre corde, e quindi non avremo quei tanti armonici che colorano il timbro di un piano.
Tutto questo serve a farci capire come la conoscenza di base di uno strumento meccanico possa esserci utile alla nostra critica e quindi alla programmazione di un suono vero.
Senza gli armonici, un pianoforte digitale sarà sempre finto. In alcuni casi (vedi korg) hanno campionato la risonanza delle corde, aggiungendo un layer nella programmazione, ma siamo ben lontani dalla realizzazione di uno strumento digitale che imiti per bene un pianoacustico.
Tuttavia riusciamo a distinguere i suoni al 90 percento dall'attacco. Se prendete un suono di oboe e provate a tagliare l'attacco, chiudendo gli occhi potrete immaginare tanti altri strumenti.
Quindi tornando al problema iniziale, in fase di programmazione per un pianoforte, è necessario curare l'attacco. Avete mai ascoltato l'attacco di un piano acustico? oltre alla vibrazione della corda, si avvertono altri suoni, o rumori...il tasto che affonda...quel particolare suono percussivo senza del quale uno strumento digitale suonerebbe troppo morbido per essere una pianoforte. Addirittura in un Honkey Thonk piano questo suono percussivo è ancora più evidente.
Quindi, curare l'attacco è fondamentale anche se in genere questo è più un problema di campionatura.
Ma ad esempio, se il nostro pianoforte è troppo secco, per imitare la risonanza possiamo intervenire sul riverbero.
Altro punto interessante del pianoforte è l'equilibrio fra i suoni. Così come il temperamento equabile regola i rapporti di accordatura, è importante regolare le frequenze delle varie sezioni di un pianoforte in modo che risultino soddisfacenti. Ad esempio, se creiamo una patch con 3 split, ognuno con lo stesso piano, possiamo assegnare ad ognuno di loro un equalizzatore diverso, creando l'equilibrio desiderato. Più split e più effetti abbiamo, più è possibile personalizzare il nostro pianoforte. L'ideale sarebbe avere 88 split, con 88 equalizzatori.
Questo ci permettere di incanalare i suoni gravi del pianoforte in frequenze più alte, in modo che arrivino completi alle nostre orecchie anche durante le esecuzioni live.
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Re: programmare i suoni per i ilve
by Support Synthonia » Mon Nov 03, 2008 2:26 pm
Bellissimo Albe, questo Thread stà prendendo una piega da HOME PAGE
Vi Ragazzi di sto passa nn finirò mai di aggiungere contenuti al sito

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Re: programmare i suoni per i ilve
by Xam » Wed Dec 24, 2008 1:47 pm
Covy wrote:noi tastieristi ci danniamo per avere un audio il più preciso possibile, sarà anche dato dal fatto che dobbiamo farci l'orecchio sui pezzi anche per impararli dato che 90 volte su 100 non esistono spartiti decenti e ci resta solo una cosa da fare che è andare ad orecchio...i chitarristi ma anche i bassisti hanno spesso la pappa pronta con le loro tab e sono a posto, guitar pro lo odio proprio perchè per le tastiere non si capisce nulla assolutamente, essendo un programma per chitarre e bassi
Tristemente vero... io per ovviare al problema faccio così: cerco gli accordi base della canzone, poi ascolto la canzone live, in studio, cover o faccio un salto su youtube a sentire versioni di tastiera solista. Dopodichè penso e faccio bricolage (che abia un senso, ovviamente) e provo a suonare su una base...
quanto amo i pezzi nostri... così mi risparmio un sacco di sbattimenti
Setup: KORG M50-88, Clavia Nord Lead 2X , GEM RP-80, Yamaha Flute 281, iPod Touch
Stand: K&M Spider PRO
http://www.myspace.com/nmtrockband
http://www.myspace.com/massimilianoberardi
Stand: K&M Spider PRO
http://www.myspace.com/nmtrockband
http://www.myspace.com/massimilianoberardi
Re: programmare i suoni per i ilve
by gilles » Sun Dec 28, 2008 10:03 am
non ho letto tutto tutto....ma posso rispondere direttamente alla questione di come programmo i miei suoni per i live ( occhio che sul topic c'è scritto ILVE).
prima di tutto c'è da fare 2 distinzioni. song cover e song "mie".
song cover:
prima di tutto mi faccio una panoramica di che tipo di song ho davanti. e soprattutto cerco di sentire la sua versione live che nel 99% la parte di tastiera ha qualcosa in più/ in meno di frequenze di quella da studio ( ovviamente).
poi vabbhè passo alla programmazione del suono cercando di stare o più fedele possibile all'originale o di metterci del mio. dipende da che gruppo si tratta.
io ho una "difficolà" in più. ho a che fare non solo con una tastiera ma con una tastiera del calibro della kurz e 2 rack.
3 macchine completamente diverse tra loro.
decido prima di tutto cosa faccio fare a chi.
al 99% delle volte le mie scelte ricadono per: pad e synth triton......synth lead e pad stratosferici v synth...il resto kurz.
distinte le 3 macchine vedo se farle viaggiare insieme....creando uno stesso suono con più macchine o di far prevalere un sound specifico ( kurz korg o roland).
ora passo alle song "mie" ( dopo parlo della parte di programmazione vera e propria del live).
per le song mie mi riferisco alle song che sto facendo e suonando con gli ashent.
prima di tutto c'è da fare una premessa.
molte volte nei vari pezzi ci son più sovraincisioni di parti completamente diverse di tastiera. capita che siano impossibili da eseguire in live entrambe le parti...allora mi dedico alla parte principale cercando di ingigantire il suono e renderlo più presente per coprire la mancanza di un'altra parte.
nel caso vada male ( come sarà in futuro visto la piega che stiamo prendendo)...varie parti di tastiera saranno eseguite dal sequencer ( ora da decidere se interno alla kurz o esterno).
è la prima volta che faccio questo passo. son sempre stato contro le basi....ma poi ho iniziato a scoprire nuovi gruppi in cui l'uso di basi c'è parecchio....ma cmq guardando bene il tastierista...è cmq un mostro.
la base non deve sostituire il tastierista come accade in rhapsody o nightwish....ma deve esser una cosa di contorno e di riempimento. fate conto i rammstein con un tastierista che suonasse veramente:D nel senso...ci son parti bellissime da eseguire...e parti di sequencer con arpeggiatori vari ecc che ci stanno bene in base ( suoni elettoronici...arpeggiatori...parti di batteria iper elettronica).
fatta questa distinzione cerco di recuperare i suoni che ho utilizzato in studio.
la cosa è semplice visto che me li salvo tutti.....ma son equalizzati per studio. quindi riequalizzo tutto per il live.
so dove battono le varie frequenze in sede live e quindi cerco di lavorare su quelle.
poi ci son suoni fatti da vari vst tipo orchestre o altre cose.allora mi metto a rifare tutto con la strumentazione che ho. nel caso specifico di qualche effetto particolare lo campiono e lo butto dentro la kurz tale e quale.
ora passo a una parte comune dei 2 lavori
la programmazione della tastiera per esser utilizzata live.
io uso il sistema del program up...o in gergo kurz data inc.
consiste nel far mandare avanti con un pedale on off i propri suoni.
lavoro tutto in modalità setup del kurz.
questa modalità permette di utilizzare al meglio tutta la mia strumentazione...dai suoni interni della kurz ai vari rack e altre cose che poi spiegherò.
quindi prendo la mia scaletta e inizio dalla prima song e metto i vari suoni fatti prima in modalità program della kurz o dei vari rack...o insieme.
ho assegnato al canale midi 9 il triton e all'11 il v synth lasciando il 10 per il kb3. gli 8 prima son quelli interni per i vari layer della kurz.
poi passo alla fase funzionale. divido i vari layer...vedo cosa posso mettere nello stesso setup dividendo la tastiera....cosa devo per forza mettere in setup diversi e cambiare con il data inc o cambiarli con il mute zone.
molti non conoscono questa funzione.
se ho una song in cui uso solo 2 suoni in ripetizione....è inutile crearmi più setup e farli scorrere mediante il data inc.....mi basta un unico setup e crearmi una zona "muta" la quale la attivo con un pedale e muto la zona.
in parole povere.....2 zone....zona A e zona B. all'inizio suona la zona A su tutta la tastiera e la zona B è in mute ( ma settata sempre con un range di tutta la tastiera). quando serve premo il pedale settato su "zone mute" e settato nella giusta maniera succede che la zona A mi si muta e la zona B si accende.
così ho un cambio di suono nello sesso setup.
poi scelgo cosa devono fare i vari pedali.
non è detto che a tutti i vari setup programmo gli stessi pedali.
una delle figate della kurz è che posso mettere qualsiasi soluzione di setup pedali in ogni setup.
io mi muovo fisicamente parecchio su tutta l'estensione della tastiera. a volte mi trovo a fare parti a 2 mani spostandomi completamente o nella parte alta degli 88 tasti o nella parte bassa.....quindi a volte mi programmo il pedale che ho proprio sotto come sustain.
io uso 4 pedali.
guardando da sopra...da sinistra a destra ho: un pedale jolly ( mute zone effetti leaslie ecc) il data inc...sustain e un pedale di volume/wha.
questi non è detto che rimangano sempre così...possono cambiare in base alle mie esigenze.
poi in base ai vari suoni mi programmo anche il resto della tastiera...tutto in base a cosa devo fare. ho a disposizione gli 8 slider che posso utilizzarli sia come pan che come volume che effetti e quant'altro ( ora li uso molto anche per usufruire delle 8 manopole del v synth)....idem per i 2 pulsanti sopra le 2 whell......le 2 whell e i 2 ribbon.
son tutti programmabili da zero in ogni setup quindi dipende sempre cosa sto facendo....in che momento...e dove mi trovo negli 88 tasti della tastiera.
potrei svolgere una parte solo con gli slider ( ora mi capita) e di avere tutto a portata di mano in quel momento quindi utilizzare cosa ho attorno li...e sotto ai piedi...come passare nella parte bassa della tastiera e utilizzare il primo pedale sulla sinistra per il sustain e altre cose sui pulsanti sopra le whell visto che mi son vicini.
se son sulla parte alta posso utilizzare altre sistemazioni...e soprattutto...cosa solo che la k2600 può fare..utilizzare i tasti bianco neri come invio di segnali midi che non siano esclusivi per le note....tipo ad esempio data inc...zone mute...effetti....sequencer ecc.è una opzione che solo la kurz ha. mediante la schermata dei pedali è possibile far lavorare un tasto preciso della tastiera come un pedale....o al contrario...utilizzare i pedali per suonare assegnando delle note specifiche ad ogni pedale.
in poche parole setto tutta la mia strumentazione per qualsiasi evenienza senza limiti.
per me è una fase molto importante per la gestione del mio live...così con un pò di rompimento di scatole prima a casa...non devo far salti mortali in live....e di esser più tranquillo possibile e concentrarmi sulle mie parti o sulle varie fans:D:D
altra parte che sto piano piano ampliando nella sede live è anche l'aspetto visivo. si può esser quando bravi si vuole in live...ma con un pò di effetti scenici la cosa cambia...e non poco.
ora come ora controllo mediante midi una macchina del fumo...una luce stroboscopica e poi ho un lampeggiante ( quelli gialli che girano...tipo automezzi) che controllo con un altro pedale...e tra poco sostituirò con un controllo midi.
creo delle zone fittizzie sulla kurz le quali mandano per ogni tasto che scelgo...dei determinati segnali midi alle varie "macchine non musicali" le quali...rispondono con qualche effetto.
così posso controllare in un determinato punto del concerto che si attivi la strobo e insieme la macchina del fumo nel momento in cui suono una parte o premo un determinato tasto.
questo è il mio lavoro in fase live
prima di tutto c'è da fare 2 distinzioni. song cover e song "mie".
song cover:
prima di tutto mi faccio una panoramica di che tipo di song ho davanti. e soprattutto cerco di sentire la sua versione live che nel 99% la parte di tastiera ha qualcosa in più/ in meno di frequenze di quella da studio ( ovviamente).
poi vabbhè passo alla programmazione del suono cercando di stare o più fedele possibile all'originale o di metterci del mio. dipende da che gruppo si tratta.
io ho una "difficolà" in più. ho a che fare non solo con una tastiera ma con una tastiera del calibro della kurz e 2 rack.
3 macchine completamente diverse tra loro.
decido prima di tutto cosa faccio fare a chi.
al 99% delle volte le mie scelte ricadono per: pad e synth triton......synth lead e pad stratosferici v synth...il resto kurz.
distinte le 3 macchine vedo se farle viaggiare insieme....creando uno stesso suono con più macchine o di far prevalere un sound specifico ( kurz korg o roland).
ora passo alle song "mie" ( dopo parlo della parte di programmazione vera e propria del live).
per le song mie mi riferisco alle song che sto facendo e suonando con gli ashent.
prima di tutto c'è da fare una premessa.
molte volte nei vari pezzi ci son più sovraincisioni di parti completamente diverse di tastiera. capita che siano impossibili da eseguire in live entrambe le parti...allora mi dedico alla parte principale cercando di ingigantire il suono e renderlo più presente per coprire la mancanza di un'altra parte.
nel caso vada male ( come sarà in futuro visto la piega che stiamo prendendo)...varie parti di tastiera saranno eseguite dal sequencer ( ora da decidere se interno alla kurz o esterno).
è la prima volta che faccio questo passo. son sempre stato contro le basi....ma poi ho iniziato a scoprire nuovi gruppi in cui l'uso di basi c'è parecchio....ma cmq guardando bene il tastierista...è cmq un mostro.
la base non deve sostituire il tastierista come accade in rhapsody o nightwish....ma deve esser una cosa di contorno e di riempimento. fate conto i rammstein con un tastierista che suonasse veramente:D nel senso...ci son parti bellissime da eseguire...e parti di sequencer con arpeggiatori vari ecc che ci stanno bene in base ( suoni elettoronici...arpeggiatori...parti di batteria iper elettronica).
fatta questa distinzione cerco di recuperare i suoni che ho utilizzato in studio.
la cosa è semplice visto che me li salvo tutti.....ma son equalizzati per studio. quindi riequalizzo tutto per il live.
so dove battono le varie frequenze in sede live e quindi cerco di lavorare su quelle.
poi ci son suoni fatti da vari vst tipo orchestre o altre cose.allora mi metto a rifare tutto con la strumentazione che ho. nel caso specifico di qualche effetto particolare lo campiono e lo butto dentro la kurz tale e quale.
ora passo a una parte comune dei 2 lavori
la programmazione della tastiera per esser utilizzata live.
io uso il sistema del program up...o in gergo kurz data inc.
consiste nel far mandare avanti con un pedale on off i propri suoni.
lavoro tutto in modalità setup del kurz.
questa modalità permette di utilizzare al meglio tutta la mia strumentazione...dai suoni interni della kurz ai vari rack e altre cose che poi spiegherò.
quindi prendo la mia scaletta e inizio dalla prima song e metto i vari suoni fatti prima in modalità program della kurz o dei vari rack...o insieme.
ho assegnato al canale midi 9 il triton e all'11 il v synth lasciando il 10 per il kb3. gli 8 prima son quelli interni per i vari layer della kurz.
poi passo alla fase funzionale. divido i vari layer...vedo cosa posso mettere nello stesso setup dividendo la tastiera....cosa devo per forza mettere in setup diversi e cambiare con il data inc o cambiarli con il mute zone.
molti non conoscono questa funzione.
se ho una song in cui uso solo 2 suoni in ripetizione....è inutile crearmi più setup e farli scorrere mediante il data inc.....mi basta un unico setup e crearmi una zona "muta" la quale la attivo con un pedale e muto la zona.
in parole povere.....2 zone....zona A e zona B. all'inizio suona la zona A su tutta la tastiera e la zona B è in mute ( ma settata sempre con un range di tutta la tastiera). quando serve premo il pedale settato su "zone mute" e settato nella giusta maniera succede che la zona A mi si muta e la zona B si accende.
così ho un cambio di suono nello sesso setup.
poi scelgo cosa devono fare i vari pedali.
non è detto che a tutti i vari setup programmo gli stessi pedali.
una delle figate della kurz è che posso mettere qualsiasi soluzione di setup pedali in ogni setup.
io mi muovo fisicamente parecchio su tutta l'estensione della tastiera. a volte mi trovo a fare parti a 2 mani spostandomi completamente o nella parte alta degli 88 tasti o nella parte bassa.....quindi a volte mi programmo il pedale che ho proprio sotto come sustain.
io uso 4 pedali.
guardando da sopra...da sinistra a destra ho: un pedale jolly ( mute zone effetti leaslie ecc) il data inc...sustain e un pedale di volume/wha.
questi non è detto che rimangano sempre così...possono cambiare in base alle mie esigenze.
poi in base ai vari suoni mi programmo anche il resto della tastiera...tutto in base a cosa devo fare. ho a disposizione gli 8 slider che posso utilizzarli sia come pan che come volume che effetti e quant'altro ( ora li uso molto anche per usufruire delle 8 manopole del v synth)....idem per i 2 pulsanti sopra le 2 whell......le 2 whell e i 2 ribbon.
son tutti programmabili da zero in ogni setup quindi dipende sempre cosa sto facendo....in che momento...e dove mi trovo negli 88 tasti della tastiera.
potrei svolgere una parte solo con gli slider ( ora mi capita) e di avere tutto a portata di mano in quel momento quindi utilizzare cosa ho attorno li...e sotto ai piedi...come passare nella parte bassa della tastiera e utilizzare il primo pedale sulla sinistra per il sustain e altre cose sui pulsanti sopra le whell visto che mi son vicini.
se son sulla parte alta posso utilizzare altre sistemazioni...e soprattutto...cosa solo che la k2600 può fare..utilizzare i tasti bianco neri come invio di segnali midi che non siano esclusivi per le note....tipo ad esempio data inc...zone mute...effetti....sequencer ecc.è una opzione che solo la kurz ha. mediante la schermata dei pedali è possibile far lavorare un tasto preciso della tastiera come un pedale....o al contrario...utilizzare i pedali per suonare assegnando delle note specifiche ad ogni pedale.
in poche parole setto tutta la mia strumentazione per qualsiasi evenienza senza limiti.
per me è una fase molto importante per la gestione del mio live...così con un pò di rompimento di scatole prima a casa...non devo far salti mortali in live....e di esser più tranquillo possibile e concentrarmi sulle mie parti o sulle varie fans:D:D
altra parte che sto piano piano ampliando nella sede live è anche l'aspetto visivo. si può esser quando bravi si vuole in live...ma con un pò di effetti scenici la cosa cambia...e non poco.
ora come ora controllo mediante midi una macchina del fumo...una luce stroboscopica e poi ho un lampeggiante ( quelli gialli che girano...tipo automezzi) che controllo con un altro pedale...e tra poco sostituirò con un controllo midi.
creo delle zone fittizzie sulla kurz le quali mandano per ogni tasto che scelgo...dei determinati segnali midi alle varie "macchine non musicali" le quali...rispondono con qualche effetto.
così posso controllare in un determinato punto del concerto che si attivi la strobo e insieme la macchina del fumo nel momento in cui suono una parte o premo un determinato tasto.
questo è il mio lavoro in fase live
kurzweil k2600x,versione4.0 + BOV, rom 1-2, pram, ram, hd interno. korg triton rack . roland v synth XT.axiom 49. korg trinity custom tamarra. korg M1
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