Sono filosofie di vita, che dipendono anche da cosa vuoi fare e da cosa vuoi tirare fuori dallo/gli strumento/i
C'è chi preferisce avere una tastiera per i pianoforti, una per i Rhodes, un clone Hammond, un sintetizzatore analogico e una V-Machine con un VST di Farfisa, per non dire strumenti vintage, e hai senza dubbio una sonorità ben più che appagante. Che poi siano gli stessi suoni che potevi tirare fuori anche 40 anni fa, non importa se cerchi quelli...
Il discorso è diverso se vuoi creare una patch con su un tasto un loop, nella parte destra della tastiera un timbro che ti sei creato sovrapponendo STR-1 e Polysix pieno di effetti, e per la mano sinistra un AL-1 guidato da un arpeggiatore sincronizzato con il sample di prima, e magari con un semplice tocco di pedale (per non dire automaticamente con un sequencer) cambiare drasticamente patch in modo "liscio", senza interruzioni nè rumori, e tutto in un program, mentre in una combination hai sedici volte queste potenzialità.
Patch del genere possono sembrare a dir poco stravaganti e inutili, ma in un mio eventuale brano io sarei più felice di usare questa che uno split di Hammond e Wurlitzer.
Anch'io fino a pochi mesi fa sognavo di circondarmi di Nord, KeyB, Moog, pedalini analogici e Leslie, però ritengo che dato che siamo nel 2012 e non nel 1972, e che prima o poi da questa crisi artistica bisognerà uscirne, tanto meglio aprirsi un pochino al progresso e alla modernità, no?
