Liquid-Darius wrote:Stefano wrote: il discorso è che molti associano l'orecchio assoluto al riconoscimento di una determinata frequenza (ad esempio 440hz per il LA) e io reputo questa associazione abbastanza sbagliata, infatti se ci fate caso la decisione di creare un sistema tonale basato sul LA a 440hz è relativamente recente, quindi in passato non ci sarebbero dovute essere persone con l'orechio assoluto, o al massimo se avevano l'orecchio assoluto avrebbero dovuto avere problemi nel riconoscimento di molte note (in molti casi chi ha l'orecchio assoluto, con variazioni di intonazioni provano un bel fastidio). Quindi è piu probabile che la natura dell'orecchio assoluto derivi dall'educazione musicale dell'orecchio e il riconoscimento per associazione mentale della nota al suono e non alla sua frequenza, chiamatelo colore o chiamatelo come meglio pensate
Se quello che ho capito è esatto, allora sono d'accordo con Stefano. Nel momento in cui da piccolo riconoscevo le note senza saperle nominare, distinguevo i diversi suoni e figurarsi se sapevo che il suono "la" corrispondeva a 440 Hz come frequenza di oscillazione. Piuttosto è stato quando ho iniziato a prendere lezioni di piano che chiamandosi "La" quello a 440 Hz ho avuto modo di chiamare tutte le note orientandomi su quel sistema, ne conseguiva che il suono che sentivo un mezzo tono sotto era un la bemolle ecc.. A questo punto posso concludere che se fossi stato educato nell'epoca di Beethoven, essendo tutti accordati un semitono sopra il la a 440 Hz (e da qui ho capito perchè molti spartiti classici che suono in do maggiore ascoltandoli nei cd suonati sugli strumenti accordati come all'epoca sono in do diesis maggiore) io mi sarei accordato su quel sistema, e avrei avuto l'orecchio assoluto lo stesso, solo che le note le chiamavo riferendomi a quel sistema tonale, ovvero avrei chiamato la quello che oggi è un la diesis ecc.. Ipotizziamo che oggi per assurdo Beethoven tornasse fra di noi e gli facessimo il test per vedere se aveva l'orecchio assoluto, voi suonategli un do sulla tastiera e lui sicuramente vi suonerà quello che per noi è un "si", perchè nella sua epoca era quello il nostro do a livello di suono. Spero di essermi spiegato e di aver interpretato bene quello che ha scritto Stefano.
Se Beethoven come per magia tornasse all'epoca nostra il Do lo riconoscerebbe come se fosse a metà tra il Si e il Do, diciamo una variazione leggera di quella frequenza. Ci sono stati una marea di dibattiti sull'argomento fin da quando hanno cercato di creare un tipo di accordatura uguale per tutti. C'è chi per esempio ancora oggi sostiene che il La debba essere come frequenza a 432 hz anzichè a 440hz. Ora non parlo della correttezza della frequenza, perchè ci sarebbe da parlarlarne per anni sull'argomento, pero il mio esempio era solo per far capire che l'orecchio assoluto non è una cosa meccanica o un dono astratto sceso da chissà dove nell'orecchio del musicista, ma piu una evoluzione dell'orecchio stesso + cervello nel riconoscimento delle note come siamo sempre stati abituati a sentire da quando abbiamo imparato ad associarle a quel suono proprio il suono stesso, cosi che alla minima variazione subito il nostro cervello capisce che è diverso da quella che abbiamo in testa. Della serie è come se avessimo una fotografia della nota sempre a portata di mano e che se qualcuno ci facesse vedere la fotografia sfocata capiamo subito che c'è qualcosa che non va, mentre con la foto giusta, possiamo subito dire: Eccola! E' lei, la riconosco! Senza per forza metterti vicino pero un altra foto, magari del paesaggio che ti aiuterebbe a capire il soggetto della foto da riconoscere. Spero di essermi spiegato.
Il discorso invece che faceva cecchino, da quello che leggo è piu relativo al discorso di orecchio relativo, tutta un altra faccenda rispetto a quello assoluto, vedi infatti l'ultima parte della storiella sulla foto.
Faccio un esempio
http://www.youtube.com/watch?v=ZrSj110V0koAscoltate senza strumento e dopo un paio di minuti iniziate a suonare qualcosa sulla tastiera. Ecco..... chi si troverà spiazzato appena si metterà a suonare vuol dire che non ha ne orecchio assoluto e neanche memoria musicale. La memoria musicale è una cosa fatta anch'essa di associazioni, ma meno pesante rispetto all'orecchio assoluto. Con una buona memoria musicale questo ascolto sarà una bella illuminazione. L'orecchio relativo invece è quella tecnica che prima o poi tutti i musicisti sviluppano, chi piu e chi meno, e che permette di capire gli intervalli tra una nota e l'altra...permette di improvvisare e fare tante belle cose che facilitano l'espressività del momento. Pero si ha bisogno di un riferimento, tipo, la band inizia a suonare e il chitarrista subito spara un solo bellissimo, bene...orecchio relativo, basato sulla scala di riferimento che si sta suonando, suonaout? bene...esperienza. Uno che ha un orecchio assoluto ha difficolta ad improvvisare qualcosa su un brano che ha gia ascoltato anche una sola volta, perchè associerà sempre a quel brano, quelle specifiche note, e non un universo di ipotetiche note che magari potrebbero starci o meno. Detto questo per me Rudess non ha l'orecchio assoluto altrimenti all'epoca quando rifaceva il solo di Kevin Moore di Take the time, l'avrebbe fatto perfetto al 100% e non cosi cosi come qualcuno avrà avuto l'occasione di ascoltare ;)