Per quanto riguarda la parte prettamente accademica, anni fa ebbi a che fare con un esame con il professor Paolo Briganti (docente di Letteratura contemporanea all'Università degli Studi di Parma), il quale, in collaborazione con W. Spaggiari, scrisse un manuale molto interessante:
Poesia % c. (edito da Zanichelli nel 1991 ma ristampato nel 2002 dalla libreria
Bottega del libro di Parma).
Questo manuale è stato organizzato sistematicamente in base ai
generi letterari e, nell'ultima sezione tratta appunto del rapporto tra poesia e musica.
Come tutti sapete il legame tra queste due forme espressive esiste da sempre, sin dall'antichità la poesia è stata associata al canto. Se pensiamo anche solo al genere letterario della
ballata, non c'è bisogno di una laurea per capire che avrà a che fare con il ballo e, di conseguenza, la musica; ma anche la
chanson de geste (poema epico a celebrazione delle imprese di un eroe), i
cantari recitati dai trovatori o dai cantastorie, il
canto carnascialesco (di argomento satirico o licenzioso), la
canzonetta, e tanti altri ancora.
Questa premessa per cercare di mettere in luce un aspetto importante: scrivere un testo richiede una conoscenza specifica come la richiede la composizione musicale: come si può scrivere una partitura per orchestra senza conoscere ogni singolo elemento, la sua estenzione, il suo carattere e senza avere alcuna nozione di armonia?
Come accennava giustamente Alberto ci deve essere coerenza tra testo e musica (o meglio, può anche non esserci, ma deve essere una scelta CONSAPEVOLE): se ho un crescendo musicale è importante che io ricrei lo stesso
climax anche in ambito linguistico.
Traggo un esempio dal Briganti:
Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno
Si noti come la presenza quasi costante di versi tronchi e rime baciate contribuisca a dare un ritmo vivave
I.
Penso che un giorno così non ritorni mai più:
mi dipingevo le mani e la faccia di blu,
[...]
mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù, 10
mentre i due versi che precedono il ritornello presentano una cadenza piana, allentano il ritmo e creano una situazione di sospensione prima dello scoppio del ritornello:
poi d'improvviso venivo dal vento rapito
e incominciavo a volare nel cielo infinito...
La mia breve analisi, di certo poco esauriente, voleva solo mettere in luce un concetto: come la musica la lingua è uno strumento. Come per creare un suono è necessario avere un minimo di base 'sintetica', per creare un testo serve una minima base liguistica.Più soffisticato è il suono che vogliamo ottenere...più soffistitcati saranno gli strumenti linguistici che dovremo applicare.
Il vibrato...è una figura retorica 'musicale'.
L'anafora è una figura retorica 'letteraria'.
La musica è innanzitutto RITMO.
La poesia è innanzitutto RITMO.
Ok, ho finito con il mercato...abbiate pazienza, ogni tanto parlo troppo
